AstroCampania ETS

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GSO DOBSON 8" (20 Cm)

INTRODUZIONE:
Un Dobson non richiede montature, treppiedi, batterie, cavi o quant’altro. Basta montare la base, appoggiarvi il tubo sopra, e il gioco è fatto! Siete on-the-road in tre giri di orologio, per buona pace di chi, passa notti insonni di fronte ad un monitor a elaborare fotografie (per il momento preferisco ancora l’osservazione visuale).
GSO produce Dobson da 8 a 12″, anche in versione Deluxe. La versione del test è un 8″ non-Deluxe grigio metallizzato, corredato però da cercatore 8×50, da un modesto oculare Plossl da 25mm, una ventola 8×8 posta sotto il primario e base in azimut su cuscinetti.
OTTICA:
Stando alle voci che girano, GSO produce da sè le proprie ottiche, senza rapporti con Synta (Skywatcher, Ziel…)
Lo specchio primario è da 200mm aperto a F/6, per una focale di 1200mm. Le dimensioni ne risentono sensibilmente: ho fatto l’abitudine negli anni a quelle dello SW, ma adesso il tubo è lungo circa 20cm in più (113 per l’esattezza) e pesa, ovviamente, di più. Arriviamo a 9.3kg senza accessori/cercatore. La base invece ne pesa undici. In totale dovremmo essere dunque sui 20kg; per dare un’idea, in una configurazione equatoriale questo peso è rappresentato dal solo tubo e dai contrappesi.
Le ottiche sono garantite 1/4 lambda, mentre il focheggiatore è un Crayford 2″ con riduzione da 1.25″. Quest ultimo non convince a fondo a causa di un funzionamento opinabile della frizione: utilizzando oculari pesanti le manopole tendono a girare a vuoto, mentre stringendo a dovere la frizione, il movimento diventa duro e scattoso. In ogni caso, con oculari leggeri i fastidi sono più ridotti. Mettete nel conto un nuovo focheggiatore
MONTATURA:
La fluidità dei movimenti è garantita dalla suddetta base su cuscinetti per l’azimut, e da un inedito sistema a molle in altezza: le molle sono fissate sul punto di perno del tubo (dove il tubo poggia sulla base), e si agganciano ad un piolo posto nelle vicinanze, sulla base.
Così facendo, le due molle spingono il tubo su appositi cuscinetti in Teflon provocando maggior frizione, utile quando si utilizzano accessori molto pesanti che sbilanciano il tubo in avanti. Il sistema è assai più versatile di quanto sembri, perché se si desidera più fluidità in altezza, potete anche non fissare alcuna molla (carico permettendo). Viceversa, se si lavora con carichi medi, è possibile agganciare una molla sola, e così via…
PRESTAZIONI:
Star test: l’ottica è risultata abbastanza collimata e la figura di diffrazione non mostra difetti particolari. Rispetto all’F/5 Skywatcher, c’è meno astigmatismo a bordo campo, com’è prevedibile. Scarsa luce diffusa per via dell’ottima progettazione del porta-secondario. GSO, al pari di altre produzioni taiwanesi, utilizza spider laminari al posto del classico tondino d’acciaio. Anelli di diffrazione ben visibili.
Saturno: in una parola, incantevole. Al momento in cui scrivo è alto circa 60° sull’orizzonte e il tilt degli anelli è molto basso (quasi di taglio). Nonostante ciò la combinazione Barlow TV+ 13.8 SWA Meade (sui 180X) è micidiale . L’ingrandimento non è troppo alto, ma saltano subito all’occhio la divisione di Cassini, la zona polare e una banda equatoriale sul disco. Visibili Titano, Rhea, Dione (magnitudine 10.6). Il tutto è ancora molto luminoso.
L’ingrandimento massimo utile su questo soggetto è circa 280X (Barlow + 9mm), in quanto oltre dispongo solo di oculari ortoscopici con poco campo, con i quali diventa difficile inseguire.
Marte: oramai troppo basso e troppo piccolo. A 280X si intuisce qualche particolare del suolo, ma nulla più. Il resto è purtroppo affogato nella turbolenza poco sopra l’orizzonte.
Luna: con fasi superiori al quarto di disco è fondamentale usare un filtro lunare, almeno fino a bassi e medi ingrandimenti. Lo spettacolo è in ogni caso garantito con un’ottica da 20cm! Ottimo contrasto nella zona del terminatore. In una parola: emozionante.
Deep: ho osservato qualche oggetto in condizioni di mag. limite 11 da casa, vale a dire M35 in Gemelli, davvero molto bello soprattutto con oculari a lunga focale (Optiluxe32) che consentono di contemplarlo in tutta la sua bellezza. E’ stata poi la volta della Eskimo Nebula, sempre in Gemelli, molto luminosa a basso ingrandimento, rivela la sua struttura piccola e caratteristica salendo con gli ingrandimenti. Davvero graziosa!
Nonostante il periodo poco favorevole, non è mancata M42, un classico per la sua facilità e la sua bellezza con qualunque telescopio.
Visto il periodo primaverile, non possono mancare oggetti “classici” come i globulari M3, M13, M92, tutti molto godibili anche da casa. M57 rivela facilmente la forma ad anello, mentre M27 per essere contemplata al meglio, necessita di cieli molto scuri. In ogni caso è stata possibile scorgerla -seppur con difficoltà- dal balcone. Essenziale, nelle mie condizioni, l’utilizzo di un filtro nebulare per risaltare meglio le nebulose planetarie.

Dobson GSO 8"
Dobson GSO 8"

CONCLUSIONI:
Quello che ho da subito notato è una maggiore qualità ottica di questo GSO rispetto allo Skywatcher di pari diametro. Questo è da imputarsi alla minore ostruzione (circa 0.23-0.25), e probabilmente, ad una migliore lavorazione ottica, garantita ad almeno 1/4 lambda RMS. Lo stesso fondo cielo pare più scuro e le stelle un po’ più puntiformi, anche se non arriviamo ai livelli di un rifrattore…
La correzione al bordo è accettabile, anche se i fatidici ultimi “tre quarti” degli oculari grandangolari rimangono ancora un po’ compromessi, specie nel caso del Widescan, ma ad un F/6 non si può chiedere di più.
Confermo infine, ciò che è riportato sul sito di TS, ovvero che, per quanto riguarda l’inseguimento siderale, fino a 250X “there is no problem at all” In verità ho osservato anche a ingrandimenti superiori, ma come accennavo più sopra, le difficoltà sono evidenti, specialmente quando l’astro è in prossimità dell’equatore celeste, dove è massima la sua velocità lineare.
L’ingrandimento “massimo” lo stimo a circa 300X, a 400 e passa garantiti dalla Barlow+OR6, l’immagine diventa semplicemente più ingrandita, ma scade qualitativamente, quasi come sfocata. Un newton, e specialmente un Dobson, non nasce per essere spinto oltremodo con gli ingrandimenti.
Telescopio adatto a chi conosce bene il cielo, e si vuole dedicare alla sola attività visuale con profitto, e ad un costo contenuto.
Test eseguito da Mirko Capuano ( http://mkastropage.altervista.org/ )