AstroCampania ETS

l'astronomia amatoriale in Campania

SKYWATCHER 100ED

INTRODUZIONE:
Chi ha detto che per comprare un telescopio rifrattore di buona qualità bisogna svenarsi con costosissimi tripletti alla fluorite? Lo Skywatcher 100ED è in vendita a “soli” 1000€ con accessori di serie come cercatore 9×50, diagonale 2″ e due oculari LET. L’esemplare che è in mio possesso non è la versione “PRO” che si vende attualmente, ma la prima versione del tubo, cioè quella azzurra. Niente panico, cambia solo la verniciatura…
OTTICA:
La serie ED della Synta è caratterizzata da un doppietto. Una delle due lenti è realizzata con vetro a bassa dispersione FPL-53 di produzione Giapponese, e poi il tutto viene assemblato in Cina per contenere il costo. Il diametro è 100mm, la focale 900 per un rapporto F/9.
Precisazione: tali telescopi spesso vengono venduti come “apocromatici”. A rigore, un perfetto telescopio APO mostra immagini intra- ed extra-focale perfettamente identiche. Sul 100ED ciò non accade, ma siccome io osservo il cielo a fuoco e non attraverso le figure di diffrazione posso preannunciarvi che il 100ED si dimostrerà realmente apocromatico!
REALIZZAZIONE:
Guardando il tubo anteriormente spicca l’intenso colore verde dell’obiettivo, ben diverso dal comune violetto dei classici acromatici. Presenti un paio di diaframmi di contrasto, buono l’annerimento e la verniciatura esterna. Il focheggiatore è di tipo Crayford da 2″. Sebbene non si tratti di un pezzo eccezionale, è già migliore rispetto alla media dei pignone-cremagliera. La corsa è lunghissima, si riesce a mettere a fuoco senza diagonale anche oculari da 4mm!
Il tubo da solo pesa appena 3.2kg ed è lungo circa 90cm. Ottima stabilità sulla HEQ5.
PRESTAZIONI:
Partiamo dallo star test: gli anelli di diffrazione sono evidenti già a bassi ingrandimenti e la collimazione risulta buona. Curioso il fatto che puntando astri molto luminosi (parlo di Sirio o Venere) o fonti di luce a distanza, si notino i 3 piccoli supporti della cella obiettivo, che causano un po’ di luce diffusa a mò di spikes, manco si trattasse di un newton..
La prima luce è stata per me indimenticabile, ed ha riguardato Venere. Sì che dispongo anche di un 200mm, ma una Venere così bella non l’avevo mai osservata dal 1999, e sono perfettamente cosciente di ciò che scrivo. La falcetta è letteramente stampata sul cielo azzurrino (aiuta molto un filtro verde) e non manca qualche flebile dettaglio verso il terminatore.
Altre osservazioni planetarie le ho condotte su Saturno e su Giove, per i quali l’ingrandimento massimo si colloca sui 200X. Oltre, si fa sentire il ridotto diametro dell’obiettivo, e non c’è margine di luminosità sufficiente per usare con profitto un filtro colorato. Almeno per i miei gusti, perchè, leggendo qua e là, ho scoperto che c’è chi usa 300-400X con un 66mm, mah…
In buona sostanza le prestazioni in hi-res sono assimilabili ad un buon newton da 13-15cm, e certamente molto superiori ad un classico 114 (bei tempi), anche se il divario con un dobson di apertura doppia è enorme, è inutile girarci intorno
Il GSO 8″ mostra immagini decisamente più luminose e definite, ma il divario di dettagli in fin dei conti, non è eclatante. In fondo stiamo confrontando un buon 200mm con un ottimo 100mm, qualcosa di molto meglio dei classici acromatici, questo è certo. Il seeing dev’essere davvero pessimo per azzerare il divario prestazionale, ma se è pessimo per il 200, lo è anche per questo rifrattore…
Le stelle, anche quelle più luminose, sono piccole teste di spillo e sfido a distinguere nel campo dell’oculare, il diametro di una stella di prima magnitudine da una di quinta! Ho dovuto controllare più volte il cercatore per essere sicuro di puntare Capella o Vega…inutile dire che le stelle doppie sono risolte con la massima scioltezza, mai visto nulla di simile. La doppia-doppia Epsilon Lyrae mostra un’autostrada fra le quattro componenti, impresa più ardua per un newton, il quale deve fare i conti con la turbolenza atmosferica.

SKYWATCHER 100ED

Il deep: per molti (me compreso), 100mm non sono tanti, ma disponendo di un buon cielo (cosa rara,ormai) ci si leva qualche soddisfazione. Aiutandosi con un filtro nebulare, oggetti estivi come M27 e M57 sono facilmente alla portata del 100ED, mostrando la loro caratteristica forma senza problemi. Davvero notevoli le performance a basso ingrandimento puntando il tubo verso gli ammassi dell’Auriga (M36,M37,M38) e, ovviamente, verso la Nebulosa D’Orione, oggetto che soddisfa sempre e comunque, e che ripaga ampiamente i tanti sacrifici fatti per raggiungere il gelido sito osservativo!
Una cosa mi ha favorevolmente colpito: questo doppietto ED non sgrana salendo di ingrandimenti. Solitamente un acromatico, oltre un certo ingrandimento, tende a degradare in qualche misura l’immagine. Qui non accade nulla di tutto questo. Ai vostri occhi arriverà forse poca informazione, ma di primissima qualità. Ricordo ancora bene che con la Luna a un quarto di disco, ho usato la Barlow con un 4mm, ingrandendo qualcosa come 5 volte l’apertura, senza notare fenomeni strani a parte il fisiologico calo di luminosità.
Questo per dare un’idea delle potenzialità di questi doppietti ED.
Impossibile, infine, scovare cromatismo in visuale. Osserverete sempre un bordo lunare e un dischetto planetario netti su un cielo scuro, senza alcun falso colore. Qualche traccia su Venere, ma stiamo parlando di un astro di magnitudine -4!
PRESTAZIONI:
Partiamo dallo star test: gli anelli di diffrazione sono evidenti già a bassi ingrandimenti e la collimazione risulta buona. Curioso il fatto che puntando astri molto luminosi (parlo di Sirio o Venere) o fonti di luce a distanza, si notino i 3 piccoli supporti della cella obiettivo, che causano un po’ di luce diffusa a mò di spikes, manco si trattasse di un newton..
La prima luce è stata per me indimenticabile, ed ha riguardato Venere. Sì che dispongo anche di un 200mm, ma una Venere così bella non l’avevo mai osservata dal 1999, e sono perfettamente cosciente di ciò che scrivo. La falcetta è letteramente stampata sul cielo azzurrino (aiuta molto un filtro verde) e non manca qualche flebile dettaglio verso il terminatore.
Altre osservazioni planetarie le ho condotte su Saturno e su Giove, per i quali l’ingrandimento massimo si colloca sui 200X. Oltre, si fa sentire il ridotto diametro dell’obiettivo, e non c’è margine di luminosità sufficiente per usare con profitto un filtro colorato. Almeno per i miei gusti, perchè, leggendo qua e là, ho scoperto che c’è chi usa 300-400X con un 66mm, mah…
In buona sostanza le prestazioni in hi-res sono assimilabili ad un buon newton da 13-15cm, e certamente molto superiori ad un classico 114 (bei tempi), anche se il divario con un dobson di apertura doppia è enorme, è inutile girarci intorno
Il GSO 8″ mostra immagini decisamente più luminose e definite, ma il divario di dettagli in fin dei conti, non è eclatante. In fondo stiamo confrontando un buon 200mm con un ottimo 100mm, qualcosa di molto meglio dei classici acromatici, questo è certo. Il seeing dev’essere davvero pessimo per azzerare il divario prestazionale, ma se è pessimo per il 200, lo è anche per questo rifrattore…
Le stelle, anche quelle più luminose, sono piccole teste di spillo e sfido a distinguere nel campo dell’oculare, il diametro di una stella di prima magnitudine da una di quinta! Ho dovuto controllare più volte il cercatore per essere sicuro di puntare Capella o Vega…inutile dire che le stelle doppie sono risolte con la massima scioltezza, mai visto nulla di simile. La doppia-doppia Epsilon Lyrae mostra un’autostrada fra le quattro componenti, impresa più ardua per un newton, il quale deve fare i conti con la turbolenza atmosferica.
Il deep: per molti (me compreso), 100mm non sono tanti, ma disponendo di un buon cielo (cosa rara,ormai) ci si leva qualche soddisfazione. Aiutandosi con un filtro nebulare, oggetti estivi come M27 e M57 sono facilmente alla portata del 100ED, mostrando la loro caratteristica forma senza problemi. Davvero notevoli le performance a basso ingrandimento puntando il tubo verso gli ammassi dell’Auriga (M36,M37,M38) e, ovviamente, verso la Nebulosa D’Orione, oggetto che soddisfa sempre e comunque, e che ripaga ampiamente i tanti sacrifici fatti per raggiungere il gelido sito osservativo!
Una cosa mi ha favorevolmente colpito: questo doppietto ED non sgrana salendo di ingrandimenti. Solitamente un acromatico, oltre un certo ingrandimento, tende a degradare in qualche misura l’immagine. Qui non accade nulla di tutto questo. Ai vostri occhi arriverà forse poca informazione, ma di primissima qualità. Ricordo ancora bene che con la Luna a un quarto di disco, ho usato la Barlow con un 4mm, ingrandendo qualcosa come 5 volte l’apertura, senza notare fenomeni strani a parte il fisiologico calo di luminosità.
Questo per dare un’idea delle potenzialità di questi doppietti ED.
Impossibile, infine, scovare cromatismo in visuale. Osserverete sempre un bordo lunare e un dischetto planetario netti su un cielo scuro, senza alcun falso colore. Qualche traccia su Venere, ma stiamo parlando di un astro di magnitudine -4!
CONCLUSIONI:
Osservare in un piccolo rifrattore APO è come mangiare un piatto di nouvelle cousine: decisamente bello a vedersi, ma poco saziante, potremmo riassumere così.
Occorre infatti fare una riflessione: il 100ED non nasce per il grande campo come i fratelli minori da 66 e 80mm di apertura, e nè tantomeno può competere con lo splendore di apocromatici da 130-140mm di apertura. In pratica questo tubo ottico è una via di mezzo (soprattutto nel prezzo), che rischia però di non accontentare appieno nè la “fazione” che preferisce il largo campo, nè quella che predilige il lavoro planetario serio.
Meglio affiancare al 100ED uno strumento più prestante come un newton/SC da 8-10″ di apertura per osservazioni più redditizie, e dare uno sguardo nello Skywatcher per rifarsi un po’ gli occhi
Al di là di queste personalissime considerazioni, Skywatcher ha dimostrato di aver saputo realizzare un telescopio di ottimo livello, senza spendere eccessivamente. Intubazione perfezionabile.
SKYWATCHER 100ED
PUNTO DI VALUTAZIONE / GIUDIZIO / NOTE
REALIZZAZIONE E FINITURA: Buono
QUALITA’ OTTICA: Ottima
OSSERVAZIONE PIANETI: Buono
OSSERVAZIONE DEEPSKY: Discreto-Buono
TRASPORTABILITA’: Ottima / Il tubo pesa solo 3.2kg è molto trasportabile
RAPPORTO QUALITA’/PREZZO: Buono
NEL COMPLESSO: Molto Buono
Test eseguito da Mirko Capuano ( http://mkastropage.altervista.org/ )