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Venere

L’esplorazione del Sistema Solare

3 – Venere

L’esplorazione di Venere è stata per lungo tempo appannaggio soprattutto dell’ex URSS che ha inviato sul nostro gemello infernale il maggior numero di sonde ed è stata più volte in grado di raggiungere addirittura la superficie e resistere alle sue terribili condizioni abbastanza a lungo da restituirci ad oggi le uniche foto che ci mostrano un panorama uggioso nonostante il maggior irradiamento solare. L’atmosfera inoltre è così densa da deviare i raggi solari al punto che nelle foto il suolo circostante sembra sollevarsi.

Venera 1 lanciata dall’Unione Sovietica fu la prima sonda interplanetaria e al pari della Mariner 1 non ebbe successo. La prima sonda a raggiungere Venere fu la Mariner 2 nel 1962 e ahi noi che vedevamo in Venere un possibile gemello della Terra, scoprì che l!!a temperatura sulla superficie era di ben 425°!!

Maggior successo ebbero le successive sonde della serie Venera. Se Venera 3 si schiantò sulla superficie, Venera 4 riuscì ad inviare dati sulla composizione dell’atmosfera seguita il giorno dopo dalla Mariner 5. I dati raccolti furono analizzati da un team composto da russi e americani.

La prima sonda ad atterrare sulla superficie fu la Venera 7 nel 1970 seguita con tra il 1972 e il 1981 dalle Venera 8,9,10,12,13 e 14 e nello stesso periodo dalle statunitensi Pioneer Venus.

Grande successo ebbe negli anni ’90 la missione Magellano che mappò con il radar la superficie e misurò il campo gravitazionale del pianeta.

La corsa all’esplorazione di Venere sembra coincidere con la fine della guerra fredda. Da allora, ad eccezione della sonda Magellano la cui progettazione era comunque iniziata negli anni ’80, bisognerà aspettare i primi anni 2000 perché una sonda europea, la Venus Express, tornasse ad orbitare in torno al pianeta, seguita negli anni ‘10  dalla giapponese Akatsuki. Per il resto solo tanti sorvoli, dovuti al fatto che Venere è spesso sfruttata come fionda gravitazionale per raggiungere sia Mercurio che i pianeti più interni.

Le missioni fin qui succedutesi, ci hanno mostrato che un pianeta di tipo terrestre, pur situato nella zona abitabile di una stella può avere un destino completamente diverso dal nostro. L’assenza di una tettonica a placche, il diffuso vulcanesimo e un’atmosfera incredibilmente densa e composta quasi del tutto da anidride carbonica con un terrificante effetto serra, hanno reso il pianeta, un tempo probabilmente abitabile, l’inferno che oggi osserviamo.

Nel prossimo decennio, diverse sono le missioni in programma. Dall’ESA, alla NASA, alla russa Roscosmos, all’India, molte agenzie spaziali hanno in programma l’invio di una o più sonde per carpire i segreti di questo pianeta così simile alla Terra per dimensioni e massa, eppure così terribilmente diverso.