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PENTAX 16X60 PCF V

In occasione di una leggera messa a punto sulla collimazione del binocolo Pentax 16×60 PCF V dell’amico Massimo Corbisiero, ho potuto effettuare un test breve ma sufficientemente indicativo di questo strumento del quale avevo già letto giudizi molto positivi, soprattutto nella versione 20×60 (www.weatherman.com binocular reviews by Todd Gross).
Questo binocolo si presenta con un design piuttosto elegante e con delle caratteristiche particolari.
Una di queste, senz’altro positiva, è costituita dalla ghiera centrale di messa a fuoco che, dopo avere trovato il punto di fuoco esatto, può essere bloccata, grazie ad un meccanismo a scatto, con una semplice pressione in avanti. In tal modo si evitano spostamenti accidentali del fuoco precedentemente raggiunto.
Vale il contrario invece, per la regolazione diottrica dell’oculare di destra, che, pur avendo una buona escursione, si muove a piccoli scatti, come la ghiera dei diaframmi di un obiettivo fotografico. Questa scelta tecnica, comune anche ad altri binocoli, non sembra, a parere di chi scrive, condivisibile e positiva in quanto la messa a fuoco dovrebbe essere quanto più possibile continua, oltre che fluida (il mio miglior fuoco, per un oggetto ad una determinata distanza, potrebbe trovarsi esattamente tra uno scatto e l’altro).
Il materiale di cui è ricoperto il binocolo è molto morbido e assicura una buona presa, l’attacco per il treppiedi è centrale, posto sull’asse di regolazione interpupillare, mentre i paraoculari in gomma sono scorrevoli in senso assiale, con uno scatto di arresto. In questo modo i portatori di occhiali, spostando in avanti i suddetti paraoculari, possono effettuare osservazioni senza togliere gli occhiali stessi e usufruendo dell’intero campo visuale, agevolati in ciò anche dall’elevato valore dell’estrazione pupillare (rilievo oculare), pari a 20 mm . La pupilla di uscita è regolare e rotonda a dimostrazione del corretto dimensionamento e della qualità dei prismi, ad alto indice di rifrazione (Bak 4).
Nell’osservazione terrestre il binocolo presenta una notevole trasparenza con immagini nitide e piane, pochissima distorsione e risoluzione buona anche ai bordi. Il risultato è senz’altro positivo anche se agevolato dalla modesta ampiezza del campo visuale apparente, pari a 44,8° (44,8°/16x = 2,8° campo reale).
Nell’osservazione astronomica (ovviamente su treppiedi) il binocolo Pentax 16×60 PCF V si fa apprezzare positivamente per la notevole risoluzione complessiva che consente di osservare stelle puntiformi fin quasi al bordo estremo. La puntiformità e compostezza delle immagini stellari viene però un po’ ridotta dalla presenza di una discreta luce diffusa rilevabile sull’intero campo. Comunque, anche se un po’ a fatica, nel cielo cittadino di Napoli sono state risolte tre stelle nel trapezio di Orione con visione molto bella della omonima e nota nebulosa (M 42), e anche della multipla Sigma Orionis erano visibili le tre componenti più luminose.
Puntando il binocolo su Giove si percepiva una zona più scura corrispondente alle due bande principali ma soprattutto su Saturno era risolto molto bene, in rapporto ai 16 ingrandimenti, l’anello rispetto al globo e così pure era visibile, abbastanza agevolmente, la fase di Venere. Pur essendo a volte presente in queste osservazioni planetarie un leggero sdoppiamento dell’immagine, il risultato visuale complessivo era senz’altro notevole.

BINOCOLO PENTAX 16X60 PCF V

Sulla Luna si percepiva fuori asse, così come nell’osservazione terrestre, un discreto cromatismo residuo oltre ad un paio di immagini fantasma di dimensioni diverse, soprattutto quando l’ immagine del nostro satellite, con la sua esuberante luminosità, si portava verso il bordo del campo visuale. Comunque la notevole risoluzione complessiva consentiva di osservare e discernere moltissimi particolari anche di dimensioni angolari modeste. Con Luna crescente intorno al 1° quarto ho potuto osservare la Vallis Alpes nonostante il terminatore non fosse molto vicino e, successivamente, il fondo corrugato del cratere Archimedes. Erano ben visibili, inoltre, le alture al centro dei crateri Alphonsus, Albategnius e Arzachel ed anche il cratere minore sul bordo nord-ovest di Thebit (Thebit A – diam. 20 km ).
Per quanto riguarda le aberrazioni visuali, quelle più frequentemente riscontrabili nei binocoli quali il coma e l’astigmatismo, sono in questo strumento molto contenute e rilevabili appena ai bordi estremi del campo. Questo buon risultato è dovuto, probabilmente, all’effetto combinato della modesta ampiezza del campo visuale e della presenza di lenti asferiche negli oculari, per cui determinate aberrazioni vengono parzialmente corrette dagli elementi asferici e presentano ovviamente un minore incremento al bordo del campo se quest’ultimo è poco distante (angolarmente) dall’asse ottico. Leggermente più marcata invece la presenza di luce diffusa e di cromatismo residuo, oltre ad un fondo cielo sufficientemente scuro al centro ma un po’ meno verso i bordi.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, il prezzo suggerito al pubblico dall’importatore (www.pentaxitalia.com) nell’agosto del 2004, è di 262,88 Euro, ma pare che questo strumento, così come il modello simile 20×60, venga attualmente distribuito solo nella versione impermeabile (PCF WP) e quindi costi qualche decina di euro in più, giustificati peraltro dal vantaggio di una minore sensibilità agli agenti atmosferici e quindi di una maggiore durata dell’ottica in condizioni ottimali, senza opacizzazioni e muffe. Inoltre esaminando qualche listino in rete si è riscontrata una certa variabilità dei prezzi con differenze di oltre 100 euro (20×60) tra un listino e l’altro , per cui si consiglia una attenta valutazione prima dell’acquisto. In conclusione questo strumento presenta un favorevole rapporto qualità/prezzo per cui, se l’elasticità relativa alle proprie preferenze personali consente di poter fare a meno di un campo visuale grandangolare, il binocolo Pentax 16×60 PCF V appare senz’altro consigliabile.
Caratteristiche tecniche principali
Diametro obiettivi 60mm
N° ingrandimenti 16x
Schema ottico obiettivi 2 elementi in 1 gruppo
Schema ottico oculari 4 elementi in 3 gruppi
Campo apparente 44,8°
Campo reale 2,8°
Pupilla di uscita 3,8mm
Estrazione pupillare 20mm
Regolazione diottrica +/-4
Regolazione interpupillare 57 – 72mm
Minima distanza di messa a fuoco (centrale) 9m
Prismi Porro-(BaK 4)
Dimensioni 217x191x88mm
Peso 1300g
Ottaviano Fera
N.D.R.: una caratteristica non menzionata dall’autore dell’articolo è la possibilità di un notevole accomodamento della messa a fuoco dell’oculare destro rispetto all’oculare sinistro. Questo avvantaggia notevolmente i soggetti che hanno una grande differenza di “visus” tra i due occhi (anche oltre 6 diottrie) che possono utilizzare questo binocolo senza l’ausilio degli occhiali.